CHE CERCATE?

di Francesca Venturelli e Marco Piraccini

Pattuglia nazionale Branca L/C

Esperienze maestre alla nostra felicità

Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: «Che cercate?». Gli risposero: «Rabbì (che significa maestro), dove abiti?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio. (Giovanni 1, 38-39).

Venite e vedrete è quello che ci dice ogni giorno il Signore, ci chiede di seguirlo e avere fede in Lui in quanto il viaggio che faremo insieme ci porterà alla piena realizzazione della nostra felicità. «La ricerca della felicità – afferma Papa Francesco – è comune a tutte le persone di tutti i tempi e di tutte le età» perché Dio stesso ha posto «nel cuore di ogni uomo e di ogni donna un desiderio irreprimibile di felicità» e «di pienezza». I nostri «cuori sono inquieti e in continua ricerca di un bene che possa saziare la loro sete d’infinito» (Messaggio Gmg 2015), invisibile nostalgia di Colui che ci ha creati ed è Lui stesso amore, gioia, pace, bellezza, verità.

Cocci, parte per un viaggio, chiamata da una voce che sente in sogno ma non sa a chi appartiene, e stimolata dalla curiosità vola verso prati lontani e vette altissime fidandosi e affidandosi a chi incontra lungo il proprio cammino. Mowgli scopre la Giungla guidato dai suoi maestri fino a diventarne il signore, il coraggio e la voglia d’avventura lo portano a scoprire sé stesso e la propria via verso la felicità.

Vivere con pienezza gli incontri quotidiani della nostra vita e mettersi in gioco in relazioni vere e significative, senza sconti, è fondamentale per essere persone felici. A volte non abbiamo la consapevolezza del nostro essere felici o dei “percorsi di felicità” su cui stiamo camminando, presi dalla ricerca stessa di qualcosa che ci renda felici. Quindi accorgerci, meravigliarci e prendere coscienza della nostra quotidiana felicità è esercizio arduo ma fondamentale.

Cocci e Mowgli tracciano un sentiero di felicità con il loro esempio, ci portano con loro sulla via della felicità e ci dicono che ogni esperienza, positiva o negativa che sia, è fondamentale per arrivare alla fine della ricerca di ciascuno. Quindi per essere felici bisogna vivere esperienze profonde, bisogna sperimentare la felicità nell’incontro con gli altri, nella relazione, nel dono e nell’accoglienza.

Ogni momento della vita di branco e di cerchio è un’esperienza, ma ce ne sono alcune che chiamiamo esperienze maestre poiché connotano in modo particolare la vita scout dall’ingresso in Branca L/C fino alla Partenza: il gioco, l’avventura, la strada, il servizio, la comunità̀. Esse non sono la “felicità” ma sono quelle “esperienze” che i nostri bambini e ragazzi sperimentano e che li aiutano ad intraprendere il proprio viaggio alla ricerca della felicità. Tutte queste esperienze vengono vissute in modo diverso e graduale in ciascuna Branca; infatti, commisurate all’età di chi le vive. Per questo motivo, quindi, non bisogna dare per scontato che per i lupetti e le coccinelle esista solo il gioco, anzi, tramite il gioco si può e si deve fare strada, si vive l’avventura, si sperimenta il servizio.

Giocare l’avventura significa aprirsi all’ignoto, alla scoperta, e spingere i bambini alla ricerca. L’avventura è lo stile della felicità è l’imprescindibile di chi cammina su percorsi di felicità.

Giocare la strada vuole dire percorre i sentieri che i lupetti e le coccinelle sperimentano quando imparano a fare un passo dopo l’altro vivendo con il branco e con il cerchio le cacce ed i voli, quando, camminando nella natura, ne ammirano la bellezza.

Giocare il servizio rivela quanta felicità c’è nel sentirsi utili per gli altri, nel fare delle azioni di cura verso i fratellini e le sorelline che fanno parte della stessa comunità.

Avere la consapevolezza di essere capaci di bene è un’esperienza profonda che i nostri bambini vivono quotidianamente tuttavia non è qualcosa di difficile o complicato, è semplicissimo: è vivere la vita come una buona azione.

Le esperienze maestre trovano nella comunità di branco e di cerchio il luogo privilegiato ma, al tempo stesso, la comunità è esperienza maestra; sperimentarsi nelle relazioni fa scoprire ai nostri bambini e alle nostre bambine la gioia di essere fratelli e sorelle, oltre che parte di un tutto. Con le esperienze maestre si fa esperienza di cura e amore verso il prossimo e si scopre che, come ci insegna Cocci alla fine del suo viaggio, si raggiunge la felicità piena e vera solo quando la si condivide con gli altri, come dono gratuito e sincero.

Far vivere ai bambini il gioco, l’avventura, la strada, il servizio e la comunità̀ significa contribuire a farli crescere come persone significative e felici, permettere di sperimentare per la propria vita dimensioni di cura, benessere e bellezza attraverso le quali poter riconoscere di percorrere i sentieri della vita quotidiana con Dio accanto, dare occasione al loro essere “luogo teologico”. (Manuale Branca L/C, cap. 2).

[Foto di Marco Belardinelli]

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