4 maggio 1974: la testimonianza di Giovannella Baggio

 

La FUSIONE AGI ASCI: 24 maggio 1974

Giovannella Baggio

 

In questi 50 anni di AGESCI ho vissuto numerose esperienze come Capo sempre ancorata ad una Comunità Capi.

In particolare:

  • Il 24 maggio 1974 ho votato davanti al Notaio lo scioglimento dell’AGI e dopo poco la fondazione dell’AGESCI
  • Ho fatto la Presidente del Comitato Centrale (così si chiamava allora) dal 1980 al 1885
  • Ho fatto La Capo Guida dal 1995 al 1998
  • Ho partecipato alla Route di Bedonia (1979) e Verteglia (1997)

E tra l’uno e l’altro di questi incarichi la Responsabile Regionale del Veneto, La Capo Reparto, la Capo Clan/Fuoco, la Maestra dei novizi, e l’Animatrice Comunità Capi. Ho lasciato dal 1999 rimanendo sempre vicina alla Grande Famiglia, ma rifiutandomi di fare la Capo a Disposizione!

Scriverò alcune riflessioni e sentimenti della prima di queste esperienze: la fusione nel 1974.

Una premessa: l’AGI era un’associazione molto più piccola dell’ASCI, le Capo dell’AGI erano molto molto più giovani. Io al Consiglio Generale della fusione avevo 26 anni (ero Capo Reparto da 7 anni e contemporaneamente Responsabile Regionale). I Consiglieri Generali dell’ASCI avevano tra i 10 e 20 (anche più) anni rispetto a noi!!

È stata una grande emozione ma anche una grande fatica!! L’AGI aveva risentito dell’atmosfera giovanile di quegli anni e aveva maturato l’attenzione e l’approfondimento di tematiche importanti quali: l’educazione non direttiva, l’educazione non emarginante, l’autoeducazione, l’importanza dell’attenzione all’ambiente socio-politico, il ruolo della donna, la riduzione della numerosità di membri delle famiglie e la crisi della famiglia, il cambiamento dei mass-media. Non volevamo una Scoutismo cristallizzato, ma capace di adattarsi ai bisogni delle bambine e ragazze di quel mondo in profonda mutazione.

Dall’altra parte vedevamo soprattutto qui in Veneto un ASCI più tecnica, un po’ rigida, impaurita persino della rivoluzione sociale in atto in quegli anni; avevamo avuto numerosi incontri sempre terminati con grande difficoltà nel comprendersi.

Ritenevamo tuttavia la coeducazione una urgenza educativa: il metodo scout doveva far trovare alle ragazze e ai ragazzi la loro vocazione di uomini e di donne vivendo l’esperienza scout insieme!

Dal Veneto siamo dunque partite per il Consiglio Generale della fusione con molta paura. Avevamo in mano, e lo tenevamo forte e stretto, la nostra proposta di Patto Associativo. E l’idea era anche quello di poter dire di NO!

Quei giorni furono così intensi e stravolgenti che ricordo poco la cronistoria, ma invece forti i sentimenti, i coinvolgimenti, i contrasti, i momenti decisionali.

L’AGI fece presto capire il suo punto di partenza e il desiderio di non perdere la propria identità ed il cammino fatto negli ultimi anni nel tentativo di non applicare un metodo cristallizzato, ma piuttosto di coinvolgere con il metodo e i valori scout ragazzi e ragazze, scout e guide di un mondo che andava cambiando e cui dovevamo fare molta attenzione.

Ci fu una bella e dura discussione, di cui ricordo chiaro l’apporto di Giancarlo Lombardi un po’ duro nei nostri confronti ma non sui contenuti! Ci fece capire come era profondamente d’accordo nel sottolineare che  l’educazione dei ragazzi e ragazze con il metodo scout fosse per definizione rivolto al mondo di quei giovani che era cambiato, cambiava e sarebbe cambiato. Ci stimolò ad avere fiducia, poiché ci aveva visto un po’ “arroccate” nelle nostre perplessità e paure. Rimanemmo annichilite invece da reazioni molto dure, ancorate ad una mentalità vorrei dire normativa,  applicabile ad ogni costo indipendentemente dal contesto.

L’evoluzione della discussione convinse l’AGI che l’alleanza poteva essere cosa buona soprattutto con la maggior parte dell’ASCI. Fu come fare la promessa gli uni nelle mani delle altre con le mani sinistre che si stringevano e un bel saluto scout con la destra.

E fu l’AGESCI!

Per noi dell’AGI il voto favorevole alla fusione fu all’unanimità (1 voto contrario ci fu, dato dall’A.E. della Campania per delega legata al NO). Per l’ASCI invece ci fu una buona frangia di NO ma non ricordo quanti.

Si trattava quindi di rivedere insieme il Patto Associativo e lo Statuto.

Io lavorai tutta la notte nella commissione del Patto Associativo e fui davvero molto felice nel cogliere che la commissione accolse con grande maggioranza la proposta fatta dall’AGI, con belle modifiche che arricchirono il testo e ne fecero quel documento che tutt’oggi custodisce i valori del Patto Educativo dell’AGESCI.

Questa la preghiera che leggemmo subito dopo la votazione della fusione!

 

IL TUO AMORE E’ CREAZIONE, E’ GIOCO

Signore, guardaci!

Siano ragazze e ragazzi colmi di speranza.

Ci hai chiamato per nome ad una ad uno

ed abbiamo risposto, abbiamo scelto

una Via che ci aiuta a crescere, insieme.

Aiutaci a non fare confusione tra mèta e strumento,

a non prendere le mosse da soluzioni già pronte,

a non vivere di rendita “perché c’è chi, forse,

deciderà per noi…

a non lasciarci “tirare a rimorchio”

perché c’è chi, forse, si addosserà

la nostra parte di responsabilità…

a non lasciarci bloccare da valori

acquisiti che non sono traguardi,

ma pietre miliari

di una ricerca senza confini.

Signore, scuoti la nostra inerzia

ma anche la nostra sicurezza,

affinché non confondiamo quel “tutto”

che ci chiami ad essere, con quel poco

di cui spesso ci accontentiamo,

affinché non ci chiudiamo

“migliori e diversi!”

tra “noi che abbiamo capito…“

tra “noi che sappiamo…”

affinché, senza imporle,

semplicemente viviamo

le nostre certezze.

Aiutaci, Signore, a non ridurre

il Guidismo e lo Scautismo ad un complesso di regole

fisse, immobili, surgelate

ad un susseguirsi di tappe superate

con il meccanismo dell’abitudine,

perché l’AGESCI non è una catena di montaggio

che produce Guide e Scouts in serie,

l’AGESCI è uno strumento di crescita

vivo, dinamico, imprevedibile

inventato con noi e per noi

dal tuo Amore.

Il tuo Amore è invenzione, è gioco,

è proiezione incessante di un mistero

che ci attira e al tempo stesso

ci sfugge, ed è anche fatica,

perché logora i nostri recinti,

sfalda i nostri piedistalli,

consuma in ognuno quello che è troppo “io”

e troppo poco “noi”…

Solo così, liberi ed uniti,

ci riconosceremo

allo spezzare del pane.

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