Cesare Bedoni, il pionere dell’hebertismo in Italia

27 settembre 1924- 24 gennaio 2018
Il ricordo a 100 anni dalla nascita

Non è facile raccontare in poche battute la figura di Cesare Bedoni: il rischio di tralasciare aspetti fondamentali della sua personalità e del suo percorso di vita è praticamente inevitabile. Partigiano, uomo di fede e di servizio, educatore attento e rigoroso, pioniere dell’Hebertismo in Italia e suo principale esponente.
Un grande amico, don Andrea Ghetti detto “Baden”, durante l’inaugurazione del Centro Scout a Melegnano nel 1970 ha detto: «È più facile che una montagna si sposti anziché Cesare, soprattutto quando vuole ottenere qualcosa».
Nel 1945, alla fine della guerra, apprende alla radio della notizia della morte di Baden Powell. Gli ideali di fratellanza dello scautismo e questo modo rivoluzionario di fare educazione lo affascinano. Si mette allora in contatto con le Aquile Randagie, gli scout lombardi che durante la guerra si adoperarono per nascondere perseguitati di diversa nazione, razza e religione. Dopo l’incontro, nel maggio 1945, con don Andrea Ghetti il 23 settembre pronuncia la sua Promessa nella chiesetta del parco di Monza, durante il “Campo della Rinascita”. Nell’autunno del 1945 dà così inizio all’avventura scout anche a Melegnano (Milano), con la prima squadriglia di ragazzi.

Nel 1950 a Milano partecipa al primo corso di Hebertismo, metodo di educazione fisica naturale creato da Georges Hébert e basato sulla crescita globale della persona nella natura, nella vita all’aperto, nell’essere utile agli altri. Convinto della sua validità educativa partecipa a diversi corsi in Italia e in Belgio ed è tra i maggiori promotori e sperimentatori in Italia di questo metodo. Nel 1958 organizza a Colico il campo dei “Gatti Magici” con uno staff direttivo di eccezionale livello: Gianfranco Garusi, inventore dei “Gatti Magici” e membro della Pattuglia Nazionale Rover a cui poi Cesare subentrerà – Paul Dumas, incaricato nazionale scautismo francese per espressione – Henri Wegnez, maestro d’armi, di educazione fisica e di sport presso l’esercito belga con cui Cesare aveva partecipato al campo per moniteur d’hébertismo nel 1954 a La Fresnaye. A quel primo campo del 1958 molti faranno seguito portandolo a intrecciare profondi legami di amicizia in Italia e nel mondo.

Con l’Hébertismo Cesare trova il metodo perfetto per coniugare attività fisica e dimensione educativa: «Il Metodo Naturale di Educazione Fisica di Hébert non solo è adatto a tutte le Branche ma è anche un rigoglioso ingrediente nelle attività scout, specialmente nei seguenti punti: a) esercizi, giochi e lavori naturali ed utilitari, b) vita semplice e igienica nell’abbigliamento e alimentazione, 3) vita disciplinata e generosa dell’essere che vuole servire utilmente».

L’impegno educativo è stata una delle sue più grandi passioni: Cesare ha davvero gettato un piccolo grande seme, che ha profonde radici nel Servizio, nel mettere al centro l’altro. In uno dei tanti scambi con don Cesare Bonicelli, suo grande amico, proprio su questo tema, condividevano quanto fosse importante che il servizio fosse una scelta di vita, che compito dello scautismo fosse portare le persone alla scoperta della vita come servizio, promuovendo una cultura sociale e comunitaria, una cultura controcorrente, in un mondo in cui la cultura dominante è quella individualista. In questo spirito di servizio, dal gruppo di Melegnano sono nate negli anni, per rispondere ad esigenze del territorio, diverse esperienze di volontariato: con i ragazzi disabili con gli anziani, con le missioni.

Nel 1969 con la ferma convinzione che attraverso lo sport si possa educare, fonda la Polisportiva C.S.M. (Centro Scout Melegnanese) per una pratica sportiva basata non sul successo ma su salute e forza fisica. Semi educativi germogliati e cresciuti in realtà tutt’ora attive sul territorio.

Una presenza carismatica e discreta che ancora oggi si percepisce frequentando la Base Scout di Melegnano (diventata poi anche base nazionale del settore Specializzazioni dello Scautismo) che Cesare ha fortemente voluto e che nel giugno 2018 gli è stata intitolata.

“Servire”, “Essere forti per essere utili”, “Estote Parati” tre motti che Cesare ha fatto suoi e ha vissuto pienamente senza mai risparmiarsi. Non è un caso se nel 2012 Capo Scout e Capo Guida gli conferiscono la Benemerenza AGESCI, il più alto riconoscimento associativo dato a grandi uomini e donne dello scoutismo.

Ha tracciato un solco e indicato una strada per lasciare, testardamente, caparbiamente, ostinatamente, il mondo un po’ migliore di come lo ha trovato e per questo non possiamo che ringraziarlo. Cesare c’è e ci sarà sempre, possiamo esserne certi.

AGESCI MELEGNANO

 

 

 

 

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