LA SINFONIA DELLE STRUTTURE

di Vincenzo Pipitone

Dalla Comunità capi al nazionale, armonia e stonature

Qual è la migliore sinfonia della storia? Secondo molti esperti il primo posto va riconosciuto a L’eroica di Beethoven con una struttura musicale estremamente complessa, fuori dal comune. Sinfonia viene dal greco symphonía, derivato da sýmphonos, syn– “con, insieme” e da phoné “suono”. Quindi la migliore sinfonia della storia, quella che più di tutte ha il migliore “suono d’insieme” è caratterizzata da una struttura complessa?
Ma guarda un po’, non sempre semplificare vuol dire rendere qualcosa efficiente. Eppure in AGESCI ricorrentemente ci si domanda se la complessità dei livelli territoriali e delle strutture (comitati, consigli, assemblee…) sia un ostacolo alla loro funzionalità, allo scopo per cui esistono: il sostegno al servizio educativo di ciascun capo, alle Comunità capi. Ed allora, in modo talvolta insaziabile, proponiamo riforme su riforme, modifiche dello statuto e dei regolamenti, con la netta sensazione che, nel tentativo di ricercare la semplificazione, rischiamo di aggiungere disordine. Il problema, pertanto, non sta nelle complessità, ma nell’equilibrio, nell’armonia, nella
consonanza di voci, nella sintesi, nella capacità di accordarsi, nella chiarezza degli scopi. La metafora della sinfonia illustra bene quello che dovrebbe essere un modo efficace di operare nelle strutture, nelle quali si deve tenere conto di specificità, di differenze che si integrano, in un sistema dove poco o niente stona.
E stona quando le pattuglie dei diversi livelli si sostituiscono agli staff. Stona quando i livelli “superiori” prendono il posto dei livelli territoriali “inferiori”. Stona quando le uniche esperienze profonde, progettate, sognate per i nostri ragazzi vengono vissute non nelle proprie comunità ma negli eventi di zona, regionali, nazionali. Stona quando
“la competenza metodologica, la vita di fede, la responsabilità sociale e politica e l’adeguatezza al compito e al ruolo di educatore” vengono verificate altrove e non nelle Comunità capi. In altre parole, stona quando i livelli e le strutture perdono la loro caratteristica di essere al “sostegno di” e diventano “suppletive di”.
L’azione sostitutiva delle strutture non stimola, anzi crea scarsa autonomia e poca autostima, causando fatica nei gruppi, incapaci di vivere in modo accurato il proprio Progetto educativo, di riconoscere i desideri dei ragazzi, di compiere scelte autonome.
A tutto questo si aggiunge un paradosso. Le incessanti richieste surrogatorie alle strutture appesantiscono il servizio delle stesse, ne allontanano gli scopi di supporto, disincentivano la disponibilità di quei capi che avrebbero avuto voglia di spendersi nei diversi ambienti associativi. CAPI, non supereroi, non esperti più degli altri, non con titoli accademici da capogiro. Semplicemente capi che hanno a cuore l’associazione, mossi dal desiderio di restituire anche solo un po’ di quanto l’AGESCI ha donato loro. Perché scommettersi in zona, regione, nel livello nazionale, è questione di cuore che dà ritmo al nostro servizio e che, come già Valentina Enea puntualizza in
“Quadri (e) generatori” nel numero di Pe Casa Co.ca., torna utile al servizio nelle unità, in Comunità capi.

Sapete che Beethoven soffriva di aritmie cardiache? Sapete che è stata avanzata la teoria secondo la quale il ritmo nelle sue sinfonie sia stato influenzato dall’irregolarità del suo ritmo cardiaco? Non dobbiamo temere la complessità, che è ricchezza; dobbiamo trovare equilibrio, ritmo dettato dal nostro cuore, anche se imperfetto. In un mondo complesso come il nostro (in associazione siamo circa 180.000! Ogni tanto, teniamolo a mente!) dobbiamo desiderare chiarezza degli scopi e non meno complessità. Dobbiamo evitare di essere ammaliati dalle sirene della semplificazione. Come insegna B.-P., non dobbiamo fuggire dai pericoli ma affrontarli, altrimenti è dietro l’angolo il rischio di diventare salottieri inaffidabili nei naufragi.

COME FUNZIONA L’ORCHESTRA AGESCI

Archi: violini primi! Gruppo/Comunità Capi (Statuto art. 25): realtà centrale dell’associazione “per l’attuazione del metodo”, attraverso le tre branche; la Comunità capi elabora il progetto educativo, si interessa del mondo dell’educazione, cura la formazione dei capi e la rete con il territorio.

Archi: viole, contrabbassi! Assemblee/Consiglio Generale (Statuto art. 21): organi di partecipazione democratica, a livello nazionale denominato Consiglio Generale “massimo organo deliberativo dell’Associazione di cui esprime la volontà” (Statuto art. 42).

Fiati! Consigli (Statuto art. 22): organi di programmazione e di collegamento tra i livelli (gruppo/zona, zona/regione, regione/nazionale).

Percussioni! Comitati (Statuto art. 23): organo esecutivo eletto dalle assemblee.

Corde! Responsabili/Presidenti (Statuto art. 24): animatori degli organi esecutivi, rappresentano nei territori l’AGESCI.

Direttori di orchestra! Capo Guida e Capo Scout (Statuto art. 41): presiedono l’associazione, rappresentano e ne garantiscono l’unità in Italia e all’estero, sono i garanti dello Statuto e del Patto associativo.

[Foto di Gianluca Poli]

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