GUIDA DA TE LA TUA AMBULANZA

di Oscar Logoteta

Per cambiare il mondo, non per mandare avanti l’Associazione

Caro capo, cara capo, spero che l’anno prossimo non leggerai più Proposta Educativa. Spero non sarai più in Comunità capi. Spero non dovrai più fare meravigliose vacanze di Branco e di Cerchio. Davvero, lo spero tanto. Perché spero che tu, caro capo e cara capo, con le tue scelte che hai fatto, uscirai dall’AGESCI ma continuerai la tua promessa di servizio e la promessa di vedere il volto di Cristo nell’altrə per sempre. E sai perché ti auguro di andare a profetizzare servizio altrove? Perché ne abbiamo tanto bisogno: persone – che qualcuno chiama “la società civile” – che possano declinare la loro promessa di servizio in ogni ambito della vita: nel sociale, nel lavoro, nella propria chiesa, nel volontariato, in politica, in consiglio comunale, come dottore, come operaio, come impiegato.

Quella che hai fatto è una scelta di vita, cioè che il servizio non sia una parentesi della tua vita ma hai scelto – e lo hai scelto tu – che la tua vita non potrà che essere pensata piena solo se la tua promessa di servizio sarà sempre presente.

Quando sento parlare di “partenza associativa”, oltre a un profondo dolore interno dovuto a un mix di emozioni di disgusto e sofferenza, dopo aver spiegato che non esiste una partenza associativa o extra associativa ma esiste la Partenza – e punto! -, mi viene sempre da pensare a una Partenza data quasi come lasciapassare per entrare in Comunità capi.

Sono io che penso male eh, ma come diceva qualcuno, a pensar male, ogni tanto, ci si prende.

Non so, ma quelli della “partenza associativa” – ripetiamo assieme che non esiste! – una volta passato il compitino dei due anni in Comunità capi…. Addio. Ritirati a vita privata. Fine dell’impegno e del Servizio. Fine di tutto.

La Partenza è forse la cosa meglio congegnata in Agesci – oltre al fatto che se siamo qui, caro capo e cara capo, è solo per un unico motivo: educare, appena puntiamo il nostro sguardo educativo sui nostri lupetti e coccinelle, uomini e donne della Partenza. Riporto direttamente dal regolamento della branca R/S: la Partenza si prende se si sceglie – liberamente e ciascuno secondo la propria personale storia, identità, chiamata – di dire il proprio sì convinto all’impegno civile, alla sequela di Cristo nella Chiesa, al servizio come testimonianza dell’amore di Dio e come impegno che cambia il mondo.

Ma cosa si deve aggiungere a una frase tanto perfetta? Dunque, il nostro mandato di educatori, caro capo e cara capo, non è mandare avanti l’Associazione, che è un obiettivo troppo complicato – fidatevi che sono consigliere generale.

Noi capi abbiamo un obiettivo molto più facile: cambiare il mondo!

Ti racconto questa: un paio di settimane fa ho risentito una mia ex scolta, dopo un bel po’ di tempo. Valentina. Classe 1992. Una delle ragazze più in gamba che io abbia mai conosciuto. È stata una mia novizia. Dopo la Partenza, ha deciso di entrare in Comunità capi. La sua permanenza in comunità capi è stata perfettamente in linea con la media nazionale. Un po’ meno di tre anni. Passano quattro, forse cinque anni. «Ho finito l’università, ho trovato lavoro, che fatica…», mi dice. Bene, dico io. Poi si arriva a un paio di settimane fa. «Sai ho comprato casa, con il mio ragazzo, ti ricordi? Sono felice!». E lo sono anche io, penso. Perché so che Valentina, nelle sue scelte, al lavoro, con i suoi colleghi, nel convivere con il suo ragazzo, nei suoi progetti di vita insomma, sono assolutamente convinto che non ha mai smesso di cercare il volto di Cristo nell’altro. Però, che io un po’ rompiballe lo sono, le dico «senti, che ne pensi di questa iniziativa della Croce rossa? Cercano persone in gamba che possano dare disponibilità in questo servizio… Magari può interessarti». E lei mi dice che effettivamente sta cercando un ambito in cui impegnarsi. E penso: bingo. Bingo perché Valentina ha bisogno di impegno e la società ha bisogno di gente come Valentina. Perché se mai dovessi averne bisogno, sarei proprio contento che l’ambulanza che mi sta portando in ospedale per salvarmi la vita, sia guidata proprio da Valentina.

Anche il cambiare spartito o la pausa hanno senso se fanno parte del componimento. Mai pensato?

[Foto di Alessandro Gregnanin]

Nessun commento a "GUIDA DA TE LA TUA AMBULANZA"

    Rispondi

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

    I commenti sono moderati.
    La moderazione potrà avvenire in orario di ufficio dal lunedì al venerdì.
    La moderazione non è immediata.
    I tuoi dati personali, che hai fornito spontaneamente, verranno utilizzati solo ed esclusivamente per la pubblicazione del tuo commento.