BATTERE E LEVARE

di Don Luca Delunghi Assistente ecclesiastico nazionale alla branca E/G

Come Maria, al ritmo dell’amore

Pensa una giovane che viveva in un minuscolo paese alla periferia di una delle province più sparute dell’Impero romano; una ragazza che avrà immaginato il suo futuro, un po’ forzato dagli usi e costumi dell’epoca, un po’ fantasticato nel solco delle storie delle grandi donne del popolo d’Israele. Pensa a una giovane donna che, consapevole di come l’unico Dio del suo popolo era stato capace di irrompere nella vita di Anna, Sara, Rachele, Ester, Rebecca o Rut mostrandole forti e fedeli, capaci di vivere da protagoniste la loro vita, rendendole eterne, all’Angelo che entra in casa sua non può che dire il suo Eccomi perché Dio si faccia carne nella storia dell’umanità. Maria è una donna che diventa madre, orecchie che si aprono all’ascolto e subito un battito che si accorda a un altro, una forma che si perde per servirne un’altra e un respiro dapprima all’unisono e poi di due vite separate che si riconoscono reciprocamente nel tempo che scandisce l’esistenza dell’altro.

C’è sempre una musica, un tempo, un ritmo che fa da colonna sonora all’andamento quotidiano delle nostre giornate come alle discese ardite o alle risalite degli attimi più palpitanti o grevi. Così pensa a quale possa essere stata la colonna sonora nella vita di Maria, quella che ha fatto da sottofondo a quel doppio battito in quel momento in cui ha appreso la domanda e ha detto il suo sì, l’attimo in cui si sono incontrati due cuori, quello di un bimbo e quello di sua madre, si sono conosciuti, accordati e riconosciuti nella loro alterità.

Mi piace pensare però che questo accordarsi tra Maria e il battito di Dio, che ora tiene il ritmo nel suo grembo, è ciò che la spinge a muoversi, proprio come sul tempo di una melodia incalzante. Così Luca ce lo racconta: «In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda…», nei giorni successivi al saluto dell’angelo. Maria, non solo ascoltando le parole del messaggero che le ha raccontato di un segno prodigioso nella regione della Giudea ma anche comprendendo le fatiche e i bisogni che lo stesso segno di una gravidanza per Elisabetta avrebbe comportato, esce e si mette in cammino per servire, mossa dal battito di Dio nel suo grembo.

A che ritmo si muove il nostro servire? Sul battito del nostro ego che copre le grida di chi cerca di alzare la propria voce per farsi sentire? Sul battito dei passi dell’altro, facendosi capace di attendere, conoscere e accordarsi con i ritmi e le melodie di chi ne ha bisogno intorno a noi?

Il Vangelo di Luca è conosciuto anche per quei testi che l’autore inserisce nei primi capitoli narrativi in cui non solo Maria, ma anche Simeone e il vecchio Zaccaria, innalzano un Cantico a Dio ringraziandolo e riconoscendo il suo intervento di salvezza nel «Sole che nasce dall’alto», «salvezza per i nostri nemici e gloria del suo popolo Israele».

Maria ha sentito un nuovo ritmo nella sua vita, un ritmo che va in battere e levare… battere e levare… battere e levare, silenzio e parola, silenzio e parola, parola e azione: dove Maria è stata capace di aprirsi, di fare spazio, di fare silenzio ha potuto sentire nuovi suoni e nuove melodie che l’hanno fatta incamminare su una strada nuova. Capita nella nostra vita che la colonna sonora cambi, succede che la melodia o le parole mutino improvvisamente con un ritmo incalzante e burrascoso o lento e indolente, ma l’impronta costitutiva del battere e levare ci ridesta dal torpore o dall’assordante confusione per riaccordarci sull’esempio di chi ci ha preceduto nella storia della salvezza. C’è bisogno di fare spazio, di togliere, di diminuire, di fare silenzio perché si oda la Parola e il suo battito d’amore per la nostra vita. Il cantico di Maria, il Magnificat, come ancor prima il cantico di Anna, non fa altro che glorificare Dio per il suo agire nella storia degli uomini e Maria, con il suo sì, è parte di una missione che fa propria e non per se stessa ma per l’umanità tutta, diventando modello per me e per te che siamo in questo mondo per essere interpreti di una musica antica e sempre nuova, quella del Vangelo, che si accordi alla nostra vita in battere e levare… battere e levare, silenzio e parola, silenzio e parola, parola e azione di Dio per servire la nostra vita e quella di chi ci è prossimo.

[Foto di Gianluca Poli]

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